Cannabis light e Decreto Sicurezza 2025: stretta punitiva su infiorescenze e coltivazione, un colpo al cuore del settore

 

1. Introduzione Il 2025 si apre con una vera e propria doccia fredda per migliaia di lavoratori, agricoltori, commercianti e imprenditori del settore della canapa. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo Decreto Sicurezza, un provvedimento che non solo modifica la disciplina della cannabis light, ma la restringe con toni punitivi e repressivi. Nel mirino finiscono le infiorescenze, i derivati e persino la coltivazione ornamentale: tutto ciò che ha fatto crescere negli ultimi anni un'intera filiera agricola ed economica, ora viene messo fuori legge. In questo articolo analizziamo, con chiarezza e determinazione, cosa cambia e perché il settore non ci sta.

2. Il Decreto Sicurezza 2025: cosa prevede Approvato il 4 aprile 2025, il Decreto Sicurezza si presenta come un pacchetto emergenziale contro la criminalità, ma di fatto colpisce pesantemente un comparto legale e controllato. La modifica alla Legge 242/2016 esclude esplicitamente le infiorescenze dalla liceità prevista per la canapa industriale, cancellando anni di interpretazioni giurisprudenziali e prassi tollerate.

3. Infiorescenze di canapa: cosa cambia Il decreto sancisce un divieto totale: le infiorescenze, anche con THC inferiore allo 0,2%, non rientrano più nella legalità. Sono proibiti:

  • Infiorescenze essiccate, triturate o semilavorate

  • Estratti, resine e oli da esse derivati

Queste attività saranno punite penalmente secondo il Testo Unico sugli stupefacenti (DPR 309/1990), ponendo fine a uno dei segmenti più vitali della cannabis light.

4. Coltivazione di canapa: nuove restrizioni Il decreto non si limita alle infiorescenze. Introduce una logica restrittiva anche sulla coltivazione:

  • Solo operatori professionali possono coltivare canapa per uso ornamentale

  • La produzione agricola è ammessa esclusivamente per semi destinati agli usi legali, entro limiti strettissimi di contaminazione

5. Aspetti legali e sanzioni Con questa norma, migliaia di operatori rischiano di diventare fuorilegge da un giorno all'altro. Il passaggio dalla zona grigia alla repressione penale è brutale: chi vende, importa, lavora o distribuisce infiorescenze affronta ora il rischio concreto di indagini, sequestri, procedimenti giudiziari, multe e condanne.

6. Effetti sul settore canapa light in Italia Parliamo di un comparto che ha generato oltre 12.000 posti di lavoro, fatto nascere più di 3.000 aziende in pochi anni e attratto investimenti, innovazione e riconversioni agricole. Questa norma improvvisa getta nell'incertezza migliaia di famiglie e imprese che avevano scommesso su un mercato legale, sostenibile e trasparente. Il danno economico rischia di essere devastante.

7. Un confronto europeo: altri paesi, altre strade Mentre l’Italia punisce, altri paesi aprono. Germania, Svizzera, Lussemburgo e Repubblica Ceca stanno legalizzando o regolamentando la cannabis a basso THC (e persino quella ricreativa), promuovendo filiere agricole e farmacologiche. L’Italia sceglie invece la chiusura ideologica, contraddicendo le tendenze europee e le raccomandazioni della scienza.

8. Opinione: tra proibizionismo e miopia Il decreto non tutela la salute pubblica: colpisce indiscriminatamente anche prodotti che non hanno effetto stupefacente, con THC irrilevante. Non combatte il crimine, ma criminalizza chi lavora onestamente. Questa “stretta sulla canapa” è più simile a un atto politico di stampo proibizionista che a una misura razionale. Le associazioni di categoria (Federcanapa, Imprenditori della Canapa, Canapa Sativa Italia) sono già pronte a reagire, valutando ricorsi, denunce e mobilitazioni nazionali.

9. Una situazione paradossale: la fiera Indica Sativa Trade a Bologna A rendere ancora più surreale l’effetto del decreto, c’è il caso della fiera Indica Sativa Trade, uno dei pochi eventi italiani rimasti in piedi dedicato alla canapa, che si terrà a Bologna tra meno di una settimana da quando scriviamo, si terrà l'11 il 12 e il 13 Aprile 2025. Decine di aziende hanno già prenotato stand, investito risorse, preparato materiali e scorte per esporre prodotti che, da un giorno all’altro, sono stati resi illegali. Una fiera nazionale, organizzata con il patrocinio di enti pubblici, rischia ora di trasformarsi in una trappola legale per espositori e visitatori. È l’emblema dell’assurdità normativa: uno Stato che promuove fiere di settore e poi criminalizza ciò che vi si espone.

10. Cosa possono fare oggi gli operatori del settore Di fronte a questo scenario, chi lavora nel settore deve:

  • Cercare subito supporto legale specializzato

  • Rivedere prodotti, etichette e pratiche commerciali

  • Organizzarsi in rete per difendere i propri diritti e partecipare al dibattito pubblico

  • Valutare una riconversione verso segmenti ancora legali (cosmesi, alimenti da semi, fibre tessili)

11. Conclusioni Il Decreto Sicurezza 2025 rappresenta una delle più gravi battute d'arresto per il settore della canapa light in Italia. Mette a rischio posti di lavoro, chiude spazi di innovazione e alimenta tensioni legali. Non possiamo accettare che migliaia di aziende vengano sacrificate in nome di una crociata ideologica. Il tempo per reagire è ora.

12. FAQ

Posso ancora vendere cannabis light?
Solo se non contiene infiorescenze o derivati. Ma attenzione: anche residui o ambiguità possono essere usati contro di te.

Le infiorescenze sono tutte vietate?
Sì, anche a bassissimo THC. Nessuna eccezione prevista.

Cosa rischio se continuo a vendere?
Sanzioni penali, sequestri e procedimenti giudiziari, come da DPR 309/1990.

Vale anche per l’olio di CBD?
Se è ottenuto da infiorescenze, sì. Se da semi, potrebbe rientrare nella legalità, ma serve massima cautela.

 
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