Svolta CBD dicembre 2025: il Consiglio di Stato sospende il divieto – cosa cambia per gli oli al cannabidiolo

 

Svolta CBD dicembre 2025: il Consiglio di Stato sospende il divieto – cosa cambia davvero per gli oli al cannabidiolo

Il 15 dicembre che ha cambiato (di nuovo) tutto

Il 15 dicembre 2025 è una data che il settore della canapa italiana ricorderà a lungo. In quella giornata, il Consiglio di Stato ha emesso un'ordinanza che ribalta completamente il quadro normativo sul CBD ad uso orale: sospesa in via cautelare la sentenza del TAR Lazio che aveva confermato l'inserimento degli oli al cannabidiolo nella Tabella B degli stupefacenti.

In parole semplici: dopo mesi di incertezza totale e negozi costretti a togliere dagli scaffali i prodotti più venduti, gli oli al CBD tornano temporaneamente commercializzabili al di fuori delle farmacie, in attesa della decisione definitiva fissata per il 7 maggio 2026.

Ma attenzione: non è un "liberi tutti". È una sospensione cautelare che riconosce dubbi profondi sulla legittimità del decreto ministeriale e che apre scenari nuovi, ma lascia aperte molte domande.

Per comprendere meglio il contesto normativo generale sulla cannabis light e il Decreto Sicurezza 2025, puoi leggere l'articolo completo pubblicato a novembre, dove vengono analizzate anche le sentenze favorevoli sulla cannabis light e la Relazione della Cassazione.


Cosa ha deciso esattamente il Consiglio di Stato

L'ordinanza cautelare del 15 dicembre 2025 interviene su un ricorso presentato dalle associazioni di settore e da diverse aziende contro la sentenza n. 7509/2025 del TAR Lazio, quella che ad aprile aveva dato ragione al Ministero della Salute confermando il divieto.

Il Consiglio di Stato, massimo organo della giustizia amministrativa italiana, ha ritenuto che esistano profili di fondatezza del ricorso tali da giustificare la sospensione immediata degli effetti della sentenza del TAR.

In sostanza, i giudici hanno detto: "Fermi tutti. Ci sono troppi dubbi sulla legittimità di questo provvedimento per lasciarlo in vigore mentre approfondiamo la questione."

I tre pilastri della decisione

Il Consiglio di Stato ha basato la sua ordinanza su tre motivazioni principali:

1. Grave pregiudizio economico e occupazionale

I giudici hanno riconosciuto che l'applicazione del decreto ministeriale sta causando un danno economico gravissimo a un'intera filiera produttiva legale, con la chiusura di numerose aziende e la perdita di centinaia di posti di lavoro. Non si tratta di attività al margine della legalità, ma di imprese che operavano nel pieno rispetto delle norme fino al decreto di giugno 2024.

2. Dubbi sul principio di precauzione

Il TAR aveva giustificato il divieto richiamando il "principio di precauzione": in mancanza di certezze scientifiche assolute sulla sicurezza del CBD, è legittimo vietarlo per tutelare la salute pubblica.

Il Consiglio di Stato però ha rilevato che questo principio non può essere applicato in modo automatico e indiscriminato, soprattutto quando:

  • Il CBD è considerato dall'OMS una sostanza a basso rischio
  • In molti Stati europei è commercializzato liberamente
  • Non esistono evidenze di pericolosità concreta per la salute

3. Profili di diritto europeo da approfondire

La questione non è solo italiana: il decreto potrebbe violare il diritto dell'Unione Europea, in particolare la libera circolazione delle merci e la Direttiva 2015/1535 che impone agli Stati di notificare alla Commissione Europea le nuove "regole tecniche" su prodotti già disciplinati a livello comunitario.

Questo aspetto è così rilevante che il Consiglio di Stato ha deciso di coinvolgere la Corte di Giustizia dell'Unione Europea, come vedremo tra poco.


Il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia UE: cosa significa

Oltre alla sospensione del decreto sul CBD, il Consiglio di Stato ha compiuto un altro passo fondamentale: ha sollevato una questione pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea sull'articolo 18 del Decreto Sicurezza, quello che vieta la commercializzazione delle infiorescenze di cannabis light.

Perché è importante

Quando un giudice nazionale ritiene che una norma italiana possa contrastare con il diritto europeo, può (e in certi casi deve) chiedere l'interpretazione della Corte di Giustizia UE. Questa è la massima autorità in materia di diritto comunitario e le sue sentenze sono vincolanti per tutti gli Stati membri.

Il Consiglio di Stato ha sostanzialmente detto: "Non possiamo decidere da soli se l'articolo 18 è legittimo. Serve che la Corte UE ci dica se un divieto così ampio è compatibile con:

  • La libera circolazione delle merci
  • La mancata notifica preventiva alla Commissione
  • I principi di proporzionalità del diritto europeo"

Possibili effetti a catena

Se la Corte di Giustizia UE dovesse ritenere l'articolo 18 incompatibile con il diritto europeo, le conseguenze potrebbero essere enormi:

  • Disapplicazione dell'intero articolo 18 sul divieto di infiorescenze
  • Rafforzamento delle tesi difensive in tutti i procedimenti penali e amministrativi in corso
  • Obbligo per l'Italia di rivedere la normativa in conformità al diritto UE

Insomma, non si tratta solo del CBD: l'intera impalcatura restrittiva del Decreto Sicurezza 2025 potrebbe essere messa in discussione a Bruxelles.

Le tempistiche europee

I procedimenti davanti alla Corte di Giustizia UE richiedono tempo. Solitamente servono 12-24 mesi dalla richiesta del giudice nazionale alla sentenza definitiva. Questo significa che difficilmente avremo una risposta prima della fine del 2026 o inizio 2027.

Nel frattempo, però, il solo fatto che il Consiglio di Stato abbia sollevato la questione è un segnale fortissimo: i massimi giudici amministrativi italiani hanno dubbi seri sulla compatibilità del Decreto Sicurezza con il diritto europeo.


Cosa significa tutto questo per operatori e consumatori (ORA)

La domanda che tutti si pongono è: posso vendere/comprare oli al CBD adesso?

La risposta è: sì, temporaneamente, ma con cautela.

Per i commercianti

Gli oli al CBD ad uso orale, estratti da cannabis, possono tornare a essere venduti nei negozi specializzati, e-commerce ed erboristerie in attesa della decisione definitiva del 7 maggio 2026.

Tuttavia, è fondamentale:

Etichettare correttamente i prodotti: nessun claim terapeutico, rispetto delle normative sui novel food quando applicabili, informazioni trasparenti sulla provenienza e sul contenuto di THC (che deve rimanere nei limiti di legge)

Tenere tracciabilità completa: fatture, analisi di laboratorio, certificati delle materie prime, tutto in regola

Monitorare costantemente gli sviluppi: la situazione può cambiare da un giorno all'altro

Valutare una consulenza legale: ogni attività ha specificità diverse, un parere professionale può evitare problemi

⚠️ Non abbassare la guardia: questa è una sospensione cautelare, non un'assoluzione definitiva. Il 7 maggio 2026 il Consiglio di Stato potrebbe anche confermare il divieto (anche se appare meno probabile dopo questa ordinanza)

Per i consumatori

Chi usa oli al CBD per benessere personale può tirare un sospiro di sollievo: i prodotti tornano disponibili nei canali abituali, senza bisogno di ricetta medica né di andare in farmacia.

Anche qui, qualche accortezza:

  • Acquistare solo da rivenditori seri e affidabili
  • Verificare che i prodotti abbiano analisi di laboratorio disponibili
  • Diffidare di prezzi troppo bassi o di prodotti senza informazioni chiare

📅 Timeline completa: dal 2016 a oggi, tutte le tappe

Per capire bene dove siamo, ecco la cronologia completa degli eventi che hanno portato fino a oggi:

2016 – Legge 242/2016 sulla canapa industriale: riapre in Italia la coltivazione legale di canapa con THC sotto lo 0,2% (poi 0,6%)

2019 – Sentenza Sezioni Unite Cassazione: la cannabis light è legale se priva di efficacia drogante, indipendentemente dal THC entro i limiti

Giugno 2024 – Decreto Ministeriale 27/06/2024: inserimento delle "composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis" nella Tabella B degli stupefacenti

5 agosto 2024 – Entra in vigore il decreto sul CBD: obbligo di vendita in farmacia con ricetta non ripetibile

Aprile 2025 – Sentenza TAR Lazio n. 7509/2025: respinge i ricorsi contro il decreto, confermando il divieto

Maggio 2025 – Decreto Sicurezza 2025 (DL 48/2025, conv. L. 80/2025): introduce l'articolo 18 con il divieto esplicito di commercializzazione di infiorescenze e derivati al consumo finale

Giugno 2025 – Relazione Cassazione n. 33/2025: l'Ufficio del Massimario evidenzia profili di illegittimità costituzionale e comunitaria dell'articolo 18

Settembre 2025 – Tribunale di Trento: ordinanza favorevole alla cannabis light, ribadisce che senza efficacia drogante resta legale

Novembre 2025 – Tribunale del Riesame di Brindisi: dissequestra 800 piante di canapa light per assenza di effetto stupefacente

15 dicembre 2025 – 🎯 CONSIGLIO DI STATO: sospende la sentenza del TAR sul CBD e rinvia alla Corte UE la questione sull'art. 18

7 maggio 2026 – Data fissata per l'udienza di merito davanti al Consiglio di Stato: qui si deciderà definitivamente sul CBD orale

2026-2027 (stimato) – Sentenza della Corte di Giustizia UE sull'articolo 18: potrebbe cambiare l'intero assetto normativo italiano sulla cannabis light


🔮 Scenari futuri: cosa potrebbe succedere nel 2026

Il 2026 si prospetta come l'anno decisivo per il settore della canapa in Italia. Vediamo i possibili scenari:

Scenario 1: Conferma del divieto (scenario negativo)

Il Consiglio di Stato, nell'udienza del 7 maggio 2026, potrebbe confermare la sentenza del TAR e quindi ritenere legittimo l'inserimento del CBD orale in Tabella B.

Conseguenze:

  • Ritorno immediato al regime di vendita solo in farmacia con ricetta
  • Chiusura definitiva per molte aziende del settore
  • Migrazione del mercato verso altri canali (estero, web non controllato)

Probabilità: Dopo l'ordinanza di sospensione di dicembre, questo scenario appare meno probabile. I giudici hanno già manifestato forti dubbi sulla legittimità del decreto.

Scenario 2: Annullamento totale del decreto (scenario positivo)

Il Consiglio di Stato annulla il decreto ministeriale e ripristina la piena legalità del CBD orale.

Conseguenze:

  • Ritorno alla normalità pre-2024
  • Rilancio del settore con certezze normative
  • Possibile effetto domino su altre questioni (articolo 18, infiorescenze)

Probabilità: Media-alta, considerati i dubbi espressi nell'ordinanza cautelare. Molto dipenderà dagli approfondimenti che verranno svolti nei prossimi mesi.

Scenario 3: Soluzione intermedia con regolamentazione specifica

Il Consiglio di Stato potrebbe annullare il decreto ma invitare il Governo a una regolamentazione più equilibrata: ad esempio, limiti di concentrazione, etichettatura obbligatoria, età minima per l'acquisto, divieto di claim terapeutici non autorizzati.

Conseguenze:

  • CBD legale ma con regole più stringenti
  • Maggiore chiarezza per operatori seri
  • Uscita dal mercato degli operatori non professionali

Probabilità: Alta. Potrebbe essere la soluzione più equilibrata che tutela salute pubblica e libertà economica.

E la Corte UE?

In parallelo, la sentenza della Corte di Giustizia UE sull'articolo 18 potrebbe:

  • Rafforzare la posizione italiana se ritenesse legittime restrizioni nazionali alla commercializzazione
  • Demolire l'impianto del Decreto Sicurezza se ritenesse che violi la libera circolazione delle merci e i principi UE
  • Dettare linee guida vincolanti per tutti gli Stati membri su come regolamentare cannabis light e CBD

Questa decisione avrà effetti non solo in Italia ma in tutta Europa, e potrebbe finalmente portare a un'armonizzazione delle normative a livello comunitario.


💡 Consigli pratici per navigare l'incertezza

In questo momento di transizione, ecco alcuni suggerimenti per gli operatori del settore:

1. Rimanete aggiornati costantemente

  • Consultate regolarmente i siti istituzionali
  • Seguite i blog specializzati del settore
  • Monitorate le fonti di informazione giuridica affidabili

2. Documentate tutto

  • Tenete traccia completa di fornitori, analisi, certificazioni
  • Archiviate tutta la corrispondenza con autorità
  • In caso di controlli, la trasparenza totale è la migliore difesa

3. Lavorate solo con prodotti di qualità

  • Analisi di laboratorio indipendenti
  • Fornitori certificati
  • Tracciabilità della filiera completa

4. Formate il personale

  • Chi vende deve sapere di cosa parla
  • Niente claim medici o terapeutici non autorizzati
  • Trasparenza totale con i clienti

5. Considerate una copertura assicurativa

  • Polizze specifiche per attività nel settore canapa
  • Tutela legale in caso di contenziosi

Conclusioni: speranza sì, ma con i piedi per terra

La decisione del Consiglio di Stato del 15 dicembre 2025 è senza dubbio una vittoria importantissima per il settore della canapa italiana. Dopo mesi di paura, incertezza e perdite economiche devastanti, finalmente arriva un riconoscimento autorevole: il decreto ministeriale sul CBD ha profili di illegittimità che non possono essere ignorati.

Questo pronunciamento non è un caso isolato. Si inserisce in un quadro giurisprudenziale 2025 che, quasi sempre, ha dato ragione alla filiera della cannabis light:

  • Il Tribunale di Brindisi che dissequestra 800 piante
  • Il Tribunale di Trento che ribadisce la legalità della canapa senza efficacia drogante
  • Le decisioni che richiamano la Direttiva UE 2015/1535 per disapplicare l'articolo 18
  • La Relazione del Massimario della Cassazione che evidenzia criticità costituzionali

Tutto questo racconta una verità molto semplice: il Decreto Sicurezza 2025 e il decreto sul CBD hanno provato a chiudere un settore in modo troppo brutale, senza considerare diritto europeo, principi costituzionali e realtà economiche consolidate.

I giudici, uno dopo l'altro, stanno rimettendo equilibrio nel sistema.

Ma attenzione: non è finita

Siamo in una fase di sospensione cautelare. Il 7 maggio 2026 potrebbe arrivare una conferma del divieto (anche se appare improbabile). La Corte UE potrebbe impiegare anni prima di pronunciarsi. Il quadro normativo italiano sulla cannabis resta un cantiere aperto, con incertezze che pesano su aziende, lavoratori e consumatori.

Per questo è fondamentale:

  • Operare con massima serietà e trasparenza
  • Non abbassare mai la guardia sulla qualità e sulla compliance
  • Continuare a seguire gli sviluppi normativi
  • Mantenere standard elevati in tutta la filiera

Il 2026 sarà un anno cruciale. La strada verso una regolamentazione equilibrata e rispettosa dei diritti è ancora lunga, ma ogni passo avanti conta.


📌 In sintesi: i punti chiave da ricordare

15 dicembre 2025: Consiglio di Stato sospende la sentenza del TAR che confermava il divieto sul CBD orale

CBD orale: torna temporaneamente commercializzabile al di fuori delle farmacie, senza ricetta

7 maggio 2026: udienza di merito davanti al Consiglio di Stato per la decisione definitiva sul CBD

🇪🇺 Rinvio alla Corte UE: il Consiglio di Stato ha coinvolto la Corte di Giustizia Europea sull'articolo 18 del Decreto Sicurezza (infiorescenze)

⚖️ Motivazioni: riconosciuto il grave pregiudizio economico per le imprese e sollevati dubbi su principio di precauzione e diritto europeo

⚠️ Cautela necessaria: è una sospensione, non un'assoluzione. Operare con massima trasparenza e professionalità

📊 Quadro giurisprudenziale: la decisione si inserisce in una serie di pronunce 2025 favorevoli alla filiera della canapa

🔮 Prospettive: il 2026 sarà l'anno decisivo con due appuntamenti chiave (Consiglio di Stato e Corte UE)


Per il quadro completo sulla cannabis light e il Decreto Sicurezza 2025, leggi l'articolo di novembre:
👉 Cannabis light 2025: cosa cambia davvero dopo il Decreto Sicurezza, le sentenze favorevoli e il caso CBD


Articolo aggiornato al 28 dicembre 2025

Disclaimer: le informazioni contenute in questo articolo hanno scopo puramente informativo e non costituiscono consulenza legale. La normativa su cannabis light e CBD è in continua evoluzione. Per decisioni operative specifiche si consiglia di consultare un legale specializzato.

 
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